Ci sono diverse
modalità che vengono incluse dalla denominazione di divulgazione scientifica;
mi propongo qui di catalogarle e descriverle nelle loro essenzialità, per poter
poi individuare successivamente dove e come gli scienziati possono intervenire
nel processo di divulgazione e se questo abbia in fondo un senso.
1) Notiotainment.
Con questo neologismo intendo identificare tutte quelle forme di
divulgazione che permettono la diffusione di nozioni, del modello “Lo sapevate
che…” de La settimana enigmistica. Normalmente il notiotainment si rivolge ad
un pubblico molto ampio, presentando rapidamente una serie di nozioni su fatti
curiosi o peculiari che hanno lo scopo, nel migliore dei casi, di sorprendere
il lettore.
Pregi: il notiotainment può attirare l’attenzione di un ampio pubblico, non
richiede competenze pregresse e si può anche inserire in un contenitore non
propriamente scientifico (come all’interno di uno show). Se le nozioni sono
scelte con cura, potrebbe anche stimolare una porzione del pubblico ad
approfondire l’argomento.
Difetti: Le nozioni presentate non sono di solito organizzate da un tema
comune, quindi si susseguono in ordine sparso. Per la loro stessa natura poi,
devono essere di facile comprensione e normalmente avere anche una “soluzione”
al problema che viene esposto: “E’ vero che …….”? Risposta “ Sì, perchè…” o
“No, perchè….”.
Esempi: Focus in edicola o Eva su Rai2
Media: tutti
2) Educational
In questa categoria rientrano quelle modalità di divulgazione che si
prefiggono lo scopo di aumentare il livello culturale del pubblico, offrendo
spunti di riflessione su tematiche complesse.
Pregi: il livello culturale è di solito alto, le tematiche presentate
portano più a porsi domande che ad ottenere risposte. La divulgazione
Educational dovrebbe fornire allo spettatore gli strumenti concettuali per
confrontarsi con la tematica oggetto d’indagine per potere poi egli stesso
giungere ad una visione personalmente elaborata dell’argomento.
Difetti: e’difficile rivolgerla ad un pubblico molto ampio. Mal si adatta a
tempi troppo brevi e richiede comunque attenzione da parte dello spettatore.
Esempi: Zettel su Rai Filosofia
Media: conferenza, ma, secondo me, anche documentari e libri.
3) Storytelling
Questa è una categoria che identifica una forma di notiotainment più
elaborata. Normalmente si avvale di una storia affascinante (più o meno
storica), e ne narra le vicende cercando di tenere l’attenzione dello
spettatore.
Pregi: si adatta a tempi misti, sia brevi che lunghi e può sfruttare una
storia affascinante per attirare il pubblico (per es. il Titanic). Si
comunicano nozioni, ma se fatto bene, può anche trasmettere concetti più
elaborati.
Difetti: E’ vincolato a raccontare eventi, che, per essere affascinanti, di
solito appartengono alla storia, avendo quindi difficoltà a raccontare gli
ultimi sviluppi scientifici.
Esempi: Quark, Ulisse
Media: TV, ma anche radio e libri
4) News
Questa modalità ha un approccio giornalistico, per cui il tema divulgato è
inspirato dalle news. Si propone di fornire informazioni su qualche aspetto
della scienza che ha conseguenze visibile sulla società.
Pregi: può permettersi di attingere alle scoperte o sviluppi più recenti.
Si può rivolgere ad un ampio pubblico.
Difetti: di solito l’aspetto sociale è più importante di quello
scientifico. E’ a rischio di esporre vedute ideologizzate (tesi precostituita,
uso della scienza per dare autorevolezza alla propria visione).
Esempi: Cosmo (Rai3).
Media: tutti
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